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Sulla ceramica e non solo — Materia e Mente RSS



Cuocere, la seconda prova

Il pezzo, ormai smaltato, aspetta. È coperto da un velo opaco, fragile, simile alla polvere. Nulla, a occhio nudo, lascia intuire cosa diventerà. Eppure, tutto è pronto.La seconda cottura è la seconda prova di fuoco che l’oggetto deve affrontare.

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Smaltare, l’anticipazione

Dopo la prima cottura, l’argilla è cambiata. È una forma definita che attende di essere vestita, come un corpo nudo in attesa di identità. Smaltare significa l’oggetto dentro una sospensione liquida, opaca e pastosa, sapendo che da lì verrà qualcosa che ancora non si può vedere. È un gesto che prepara alla trasformazione, ma senza rivelarla subito.

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Cuocere, la prima prova

C’è un momento, nel processo ceramico, in cui la forma smette di essere argilla. Entra nel forno e, a poco a poco, viene attraversata dal calore. Non si rompe più tra le dita, non si sgretola in polvere. Cambia stato e non si può più tornare indietro. È la prima cottura, il momento in cui tutto ciò che è stato fatto viene messo alla prova.

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Rifinire, la cura dei dettagli

La forma è emersa dal tornio, ha attraversato il tempo sospeso dell’asciugatura, ed è ora abbastanza stabile da essere toccata di nuovo. Ma non è finita. È ruvida, ha bordi irregolari, magari un eccesso alla base, una piega da sistemare, una superficie da lisciare. Ora entra in gioco la cura del dettaglio, per completare l’oggetto.

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Asciugare, l'attesa

C’è un momento, nel lavoro con l’argilla, in cui non si può più fare.Le mani si fermano, il tornio è spento, gli strumenti sono a riposo. Il pezzo, ancora morbido, resta lì, immobile. Da quel momento in poi, è il tempo a lavorare.

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