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Ruth Duckworth


Nata da una famiglia ebrea di Amburgo nel 1919, Ruth Windmüller era considerata in giovane età una ribelle perché aveva scelto di dedicarsi all'arte mentre i suoi quattro fratelli maggiori eccellevano nel campo accademico. Impossibilitata a proseguire gli studi artistici sotto il regime nazista, lasciò la Germania nel 1936 e si stabilì a Liverpool.

Lì frequentò la Liverpool School of Art per quattro anni, faticando a trovare un focus sullo studio perché voleva "dipingere come Rembrandt, scolpire come Michelangelo e disegnare come Dürer", un concetto insolito in quel momento perché gli studenti erano portati a studiare una sola disciplina. Con l’avvento della guerra iniziò a viaggiare con il suo spettacolo di burattini nel nord dell'Inghilterra e poi trovò lavoro in una fabbrica di munizioni fabbricando proiettili, per poi dedicarsi alla scultura di lapidi tombali.
Nel 1949 sposò lo scultore Aidron Duckworth, ma il matrimonio finì presto con il divorzio.
Dopo aver visitato una mostra d'arte Indiana, Ruth decise di diventare ceramista e si iscrisse alla Central School of Arts and Crafts di Londra nel 1956, principalmente per conoscere gli smalti ceramici.

Inizialmente produceva stoviglie in grès e porcellana, ma gradualmente il suo lavoro divenne più astratto e scultoreo, con forme che suggerivano ciottoli e rocce, assumendo dimensioni sempre più grandi.
I ceramisti, molti dei quali al tempo erano devoti alla tradizione della ceramica funzionale realizzata al tornio, erano alquanto perplessi nel guardare le opere di Ruth.
Gli scultori altrettanto, che lavoravano legno, pietra o metallo, avevano una visione debole dell'argilla come mezzo.
È stata dunque una delle prime ceramiste a creare forme scultoree piuttosto che stoviglie funzionali tradizionali.

Lasciò l'Inghilterra nel 1964 per accettare un posto da insegnante presso l'Università di Chicago e lì rimase fino alla sua morte. Il suo lavoro è stato fortemente ispirato dal mondo naturale e una volta ha detto:

"Penso alla vita come un'unità. Questa unità include montagne, topi, rocce, alberi, donne e uomini. È tutto un pezzo di argilla”

Conosciuta soprattutto per le sue opere in porcellana dalle forme astratte con un approccio scultoreo dal gusto modernista, trovava gran parte della sua ispirazione nelle sculture cicladiche della prima età del bronzo, traducendole in silhouette lisce e allungate con lievi dettagli per insinuare il viso e gli arti.

A Chicago produsse i suoi lavori più memorabili, in particolare “Terra, Acqua e Cielo” e “Nuvole sul lago Michigan”, entrambi murales in grès che si espandono fluidamente e poeticamente per rendere le caratteristiche naturali della terra, incorporando turbinii topografici e disegni astratti delle nuvole.

Le sue piccole opere, al contrario, erano spesso delicate e astratte, con sfumature surrealiste.
Sebbene la sua produzione non fu particolarmente elogiata da Bernard Leach, ceramista leader in Gran Bretagna al tempo, il suo lavoro ebbe un impatto immediato sugli artisti più giovani, aprendo così la strada alla produzione di “ceramiche organiche” intese più come oggetti d’arte che come pezzi funzionali.

Nell'ultimo decennio della sua vita ha realizzato diverse sculture in bronzo dimostrando ancora una volta la sua incredibile padronanza della materia, qualunque essa fosse.
Ruth ci ha insegnato ad inseguire la propria cifra stilistica a tutti i costi e con tutti i mezzi, nonostante intorno ci sia ostilità, guerra, incomprensione.

È stata una visual artist incredibile con una storia molto stimolante di perseveranza di fronte alle avversità.
Ha affrontato la sua arte come una battaglia, affermando che la ceramica è

“Un materiale molto capriccioso, lo combatto costantemente. Lei vuole sdraiarsi, quando tu vuoi che si alzi. Devo farle fare quello che non vuole fare. Ma non c'è altro materiale che comunichi così efficacemente sia la fragilità che la forza"

 


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